Il colibrì ed il colore degli uccelli V

Al ritorno la gazzarra fu generale: cantarono e ballarono sette giorni in onore del dio Sole e della dea Luna.
Tutti fecero festa; anche i passeri e gli altri uccelli rimasti del colore della terra.
E il colibrì? Anche il colibrì. Perché i fiori, riconoscenti della sua compagnia, gli avevano regalato un poco del loro colore. Per questo ha colori così delicati, sfumati e cangianti; ma è tanto piccolo e mobile che noi appena possiamo notarli.
Come dicevamo la festa durò sette giorni, cioè fino a quando la civetta, per tre volte, sentenziò:
"Cist! Cist! Cist!"
E strizzando prima un occhio e poi subito l'altro disse: "È già ora di andare a dormire."



Questa storia non è mia, appartiene di diritto agli indios Calchaquì. La lessi ormai molto tempo fa da qualche parte e me la son portata dietro per un pò. Mi piace e la ripropongo con piacere.

Il colibrì ed il colore degli uccelli IV

Riunì alcune nuvole sparse e diede loro l'ordine di piovere.
La pioggia cominciò.
Gli uccelli, spaventati, si lamentavano della triste sorte.
"Adesso, cosa facciamo? " "Siamo così stanchi!… "
"La terra è già lontana! " "E il cielo è più lontano ancora…"
Ma Inti, in quel momento comandò che la pioggia cessasse e, aprendo un focherello tra le nubi, mandò qualcuno dei suoi raggi. Fu come un prodigio. Ciò che allora videro gli uccelli era così bello che stentarono a crederci.
Un grande arco attraversava il cielo: un arco di sette colori che incominciava qui, percorreva il cielo con una curva perfetta e terminava là, dall'altra parte.
Sì, quello era più bello di tutti i colori dei fiori. Quello era il colore del cielo! Gli uccelli impazzivano di gioia: volavano di qua e di là inzuppandosi dei colori dell'arcobaleno come in un bagno di magia, alcuni si vestivano d'azzurro, altri di rosso, altri di giallo; altri ancora passavano dal rosso all'azzurro, dal giallo all'arancione o dal verde al viola. Uno solo, quasi ubriaco, attraversò tutti i sette colori; per questo ancora oggi si chiama sette"colori. C'era chi intingeva il corpicino in un colore e il capo nell'altro; chi si spruzzava solo alcune piume di qua, altre di là…
Non s'era mai vista una cosa simile.
E il dio Inti sorrideva, sorrideva.